@ NascarMan
Caro Lucio,
anzitutto direi che Salvatore ha spiegato bene come determinate azioni legislative non ne escludono altre né le facciano passare in secondo piano: se Parlamento e Governo dovessero procedere “una legge alla volta”, non si andrebbe avanti di un millimetro.
Poi: non si tratta di “aggiungere” qualcosa di nuovo, nel caso specifico su cui stiamo dibattendo.
Il mio “vietare” era solo un esempio: per spiegare come il riconoscimento delle unioni omosessuali non costituisce nulla di “nuovo” o di “aggiunto”, ma sancisce un diritto acquisito già nella stesura della nostra Costituzione, che giustamente ci vuole tutti uguali, indipendentemente dai differenti orientamenti di ciascuno.
Perciò: quel che vale per un eterosessuale, vale per un omosessuale. Quel che vale per un cattolico, vale per un musulmano. Quel che vale per un comunista, vale per un democristiano. Quel che vale per un avvocato, vale per un operaio. Quel che vale per un possessore di RCZ, vale per un possessore di Q7…
Si tratta di rispettare i diritti di tutti e di ciascuno: senza questo provvedimento, avremmo “figli e figliastri” e ciò è contro la nostra Costituzione. Anzi: la nostra bella Costituzione è contro ciò.
Francesco
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@Fedefournier
Non si tratta, caro Federico, di imporre qualcosa attraverso una legge, ma di difendere attraverso una legge il diritto e la cultura.
Se tu vuoi che la cultura del rispetto vada oltre te, me, Salvo, Lucio e arrivi a tutti, diventi “cosa normale” occorre che ci sia chiarezza nella comunicazione.
Se un alunno di scuola elementare vede non rappresentato dalle regole un suo compagno di classe, sarà ben difficile fargli comprendere cosa è la cultura del rispetto: inevitabilmente, e direi anche giustamente, crescerà pensando che sia giusto ghettizzare quel bambino visto che la legge non lo protegge.
Come cresceranno – se non ci pensano, come fanno molti, i loro genitori; ma ciò non basta, ovvero non basta la sola buona volontà e intelligenza delle singole persone: anche lo Stato deve fare il suo, non deve essere assente, ovvero occorre che la comunità in cui viviamo sia gruppo e non un agglomerato di singoli individualisti che non solidarizzano tra sé – i compagni di classe della figlia del mio amico Francesco quando si renderanno conto che l’altro suo genitore – giacché, a meno di situazioni di disgrazia, tutti i bambini della classe hanno due genitori – non può partecipare alla vita scolastica della figlia perché un ministro e un prefetto hanno detto che quel matrimonio è “carta straccia” e la “trascrizione” del Sindaco solo un “autografo”?
Così facendo aiutiamo loro a crescere pensando che quella bellissima bimba sia “strana” e, magari, da tenere in disparte.
Se lo Stato compie il suo dovere, riconoscendo quel matrimonio, come vuole la Costituzione, e facendo “entrare a scuola” anche Luca, l’altro genitore: i bambini cresceranno ancor più sereni.
E con il tempo, anche grazie a ciò, la cultura del diritto sconfiggerà l’omofobia.
Se non ci fossero state delle leggi, non avremmo mai avuto un presidente di colore in Sudafrica e negli Stati Uniti d’America.
Le leggi aiutano la cultura, non impongono.
Francesco